Sono poesie in Inglese e devono, secondo me, essere lette in tale lingua. Tuttavia se uno non è bilingue è difficile che non finisca per leggere in Inglese e comprendere in Italiano. Per questo motivo è molto importante la traduzione che viene fatta.
Per me ci sono due possibilità di tradurre le poesie: la prima è difficile, se non impossibile, e prevede il mantenimento del senso che il poeta vuole dare alle parole e il mantenimento di metrica e rime.
Questo significherebbe una totale riscrittura (con esplicita autorizzazione) della poesia cercando solo di mantenere il senso che il poeta originale ha voluto dare. Si tratterebbe di un lavoro alla portata di pochissimi e non sempre attuabile.
L’altro metodo è quello sempre utilizzato e consiste nel tradurre le parole per rendere solo il significato finale dell’opera.
Proprio nel leggere le traduzioni di D.T. ho notato che spesso le traduzioni erano assurdamente letterali e sovente venivano tradotte le singole parole invece delle espressioni. Ho letto frasi veramente senza senso che nè spiegano il significato delle parole nè il significato della poesia intera.
Alcune frasi dall’Inglese devono essere tradotte nell’insieme e non per ogni singola parola perché questa non ha lo stesso significato in ogni contesto ma ne assume uno differente a seconda della lingua di scrittura.
Ho voluto perciò provare una traduzione in Italiano che dia anche senso alle parole (le mi scarse competenze anche se accompagnate da una forte ammirazione per il Dylan non mi permettono risultati professionali).
Il concetto è che prima di tradurre è importante, mediante le analisi in lingua originale, avere capito il senso che il poeta vuole dare al suo lavoro, nel contesto dell’intera poesia e senza dimenticare che questa non è un saggio.
Infatti molte parole vengono usate per rispettare una metrica, per ottenere una rima o per rispettare una forma poetica (la “Villanelle”, per esempio).
Traducendo solo per il significato, non è quindi necessario rimanere legati alla parola usata nella lingua originale dal poeta e tradurla letteralmente.
Qui di seguito il mio tentativo:
E la morte non dominerà.
I morti denudati saranno una cosa sola
Con l’uomo nel vento e nella luna d’occidente;
Quando le loro ossa saranno spolpate e le ripulite ossa polverizzate,
Essi avranno stelle al gomito e al piede;
Benché siano impazziti saranno sani di mente,
Benché siano sprofondati nel mare riemergeranno ancora;
Benché coloro che si sono amati si siano persi il loro amore non si perderà;
E la morte non dominerà.
E la morte non dominerà.
Sotto i vortici del mare
A lungo giacenti non moriranno avvolti dal vento;
Contorcendosi su cavalletti di tortura fino a quando i tendini cedono,
Legati ad una ruota, tuttavia non si spaccheranno;
La fede nelle loro mani si spezzerà in due,
E i demoni unicorni li trapasseranno;
Con le estremità spezzate essi non si romperanno;
E la morte non dominerà.
E la morte non dominerà.
I gabbiani non potranno più stridere alla loro orecchie
O le onde infrangersi con fragore sulle rive;
Dove spuntò un fiore non potrà più un fiore
Alzare la sua testa ai colpi della pioggia;
Benché siano pazzi e morti stecchiti,
Le teste delle loro anime spunteranno con forza insieme alle margherite;
Irrompete nel sole fino a quando il sole non sarà disintegrato,
E la morte non dominerà.
Screenshot from the movie "Interstellar"
Non andartene in silenzio in quella dolce notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al finire del giorno;
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
Benché gli uomini saggi alla loro fine sappiano che l’oscurità è giusta,
Poiché dalle loro parole non scaturirono saette essi
Non se ne vanno in silenzio in quella dolce notte.
Gli uomini buoni, passata l’ultima onda, gridando quanto brillanti
Le loro fragili gesta avrebbero potuto scintillare in una verde baia,
Si infuriano contro il morire della luce.
Gli uomini passionali che afferrarono e cantarono il sole al volo,
E impararono troppo tardi che il loro cammino era pieno di tristezza,
Non se ne vanno in silenzio in quella dolce notte.
Gli uomini austeri, vicini alla morte, che con vista offuscata vedono che
Occhi ciechi potrebbero sfavillare come meteore ed essere felici,
Si infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura,
Maledicimi, benedicimi, ora con le tue impetuose lacrime, ti prego.
Non andartene in silenzio in quella dolce notte,
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.